Esiste una teoria secondo la quale, poiché è improbabile che tutti gli stati si uniscano in una messa al bando di Bitcoin, la moneta sopravviverebbe grazie allo spostamento del mining e di altre attività negli stati maggiormente permissivi.
Dal punto di vista dell'autorità emittente, coloro che non rispettassero tale divieto risulterebbero operare nel mercato nero. Sempre da questo punto di vista, uno stato che violasse tale proibizione verrebbe considerato uno stato canaglia. Una messa al bando è una semplice azione politica contro la quale Bitcoin non offre alcuna protezione.
Vi è un fallacia collegata che afferma che questa azione sarebbe praticamente impossibile da realizzare nel caso in cui Bitcoin goda di popolarità. Ciò si si basa sull'idea che Bitcoin sia reso sicuro dal voto, cosa che riduce il suo modello di sicurezza a quello della moneta di stato, eliminando di fatto la value proposition di Bitcoin.
Per definizione, le operazioni nel mercato legale vengono fatte cessare da una messa al bando. Quindi, la teoria implica che Bitcoin è essenzialmente reso sicuro dalla protezione degli stati canaglia. Ciò si riduce ad un modello di sicurezza garantito attraverso il voto. Inoltre, va considerato che gli stati più potenti hanno numerosi strumenti di tipo coercitivo per forzare l'azione degli altri stati, fino al punto di ingaggiare un conflitto aperto contro di essi. Questi strumenti sono comunemente usati in numerose guerre, come quelle condotte contro la droga, il riciclaggio di denaro ed il terrorismo. Una messa al bando di Bitcoin potrebbe utilizzare come giustificazione di facciata ciascuno di questi conflitti internazionali in corso.
Tuttavia, Bitcoin è specificamente progettato per operare senza il permesso di alcuno stato. Il suo funzionamento continuo come moneta del mercato nero potrebbero portare uno o più stati a provare a sopprimerlo attraverso la censura. Sebbene tale azione possa essere intrapresa da un singolo stato, è pratica comune che gli stati collaborino per preservare il potere di tassazione delle loro monete. Questo è lo scopo del Fondo Monetario Internazionale.
Questa azione può essere intrapresa più efficacemente da una singola entità geografica. In questo scenario gli stati canaglia non offrono alcuna difesa, non solo perché essi stanno rinunciando al beneficio derivante dalla tassazione delle loro monete, ma perché stanno donando i rispettivi proventi per resistere alla censura. Non si può assumere che gli stati canaglia possano sopraffare l'autorità censurante e inoltre, ogni dipendenza da essi riduce Bitcoin ad una moneta resa sicura dalla politica. Per questa ragione la teoria è invalida.
Titolo originale: Jurisdictional Arbitrage Fallacy